Sessione III

Binari della ferrovia transmongola, dopo Khongor, pomeriggio
Il gruppo si rimette in viaggio, raggiungendo in pochi minuti la vicina linea ferroviaria. C’è una bella discussione su come effettuare il sabotaggio della linea, ognuno dice la sua e non avendo ingegneri o esperti del campo tra di loro, escono fuori proposte più o meno sensate.
Tra tutti Admiral prende l’iniziativa, non agendo lei in prima persona, ma cercando di entrare in contatto con gli spiriti come fa di solito con quello legato al feticcio che porta sempre al collo.
Purtroppo, o per fortuna, ci riesce anche troppo bene e richiama l’attenzione di una schiera di spiriti, forse di uomini, forse di animali, o semplicemente incarnazioni della natura, che dimorano in queste zone. Entrano nella sua mente, scopre che un tempo, secoli fa, erano venerati da una popolazione scomparsa, e che esigono sangue per esaudire le sue richieste. Admiral entra in una sorta di trance: occhi ribaltati, convulsioni e tagli sottili ma profondi che si aprono sulle sue dita, mani e braccia, sgorgando copiosamente sangue (una pietra bianca e una pietra nera al Bivio). Gant reagisce per primo, afferra Admiral e cerca allo stesso modo di entrare in comunione con gli spiriti (usa l’Omen rosso: Forza): è la sua forza a riprendere il controllo su di loro ed evitare che si sparga altro sangue, chiede a loro di intervenire con forza e promette, suggellando il patto tra le entità e i boo-tsereg, che interverrà con forza per aiutare gli spiriti qualora essi ne avranno necessità.
La richiesta di Admiral viene esaudita immediatamente, mentre Geryurt le benda alla meglio le braccia: il terreno trema, si aprono fenditure e i binari poco oltre il gruppo, già gravati da decenni di incuria, si spaccano, i bulloni saltano via, si piegano rendendo questo tratto di ferrovia sicuramente inutilizzabile. Serviranno ore di riparazione, se tutto va bene.
Admiral segna la sua prima Cicatrice.

Stazione di Khongor, tardo pomeriggio
In lontananza, da nord, una perturbazione si avvicina. Intanto ormai il sole sta tramontando e l’aria si è fatta più fredda. Con una breve sosta all’ufficio delle comunicazioni Gichii riesce con facilità (due pietre bianche) a trovare un contatto sicuro e affidabile dei ribelli, Tseren, presso la stazione. E’ il responsabile della zona di stoccaggio. Pochi minuti dopo il gruppo è là.
Scoprono dall’uomo che il treno in arrivo, ormai tra circa mezz’ora, non sosterà più di qualche minuto e che, da quel che sa, non saranno effettuate manovre né di carico né di scarico. Forse soltanto una tappa di rifornimento.
Le opzioni messe in tavola per riuscire ad intrufolarsi nel treno sono molte, la consulta va per le lunghe, tanto che il treno, evidentemente in anticipo, fischia per il suo arrivo in stazione. Quello che si para davanti a loro è un treno corazzato, militare molto probabilmente, con pareti robuste e piccole feritoie come finestre. Sbuffi di fumo acre, tipico dei treni a carbone, lo anticipano.
L’idea che prevale è quella di Khimiin (ormai ripresosi) che azzarda la possibilità di creare, con l’aiuto del suo spirito, un vagone in più in coda al treno mentre questo sarà fermo, con la complicità del denso fumo e delle poche persone presenti in stazione, perlopiù manovali indaffarati.
Di nuovo Gichii chiede l’aiuto di Tseren che promette di aiutarli a distratte i manovali, ma che rivela che almeno un paio di loro probabilmente non sono fedeli alla causa mongola e che, se noteranno la stranezza, probabilmente avvertiranno qualcuno.
Ad ogni modo ormai è deciso, Khimiin si avvia circospetto verso il treno ormai fermo mentre Geryurt usa i suoi poteri per sondare movimenti dei soldati nel treno e Gant segue a distanza, invisibile agli occhi, il primo. In un buon gioco di squadra i due di supporto riescono ad avvertire in extremis Khimiin del soldato cinese che è sceso e che sembra aver notato movimenti sospetti. Khimiin riesce a gettarsi dietro l’ultimo vagone ma il soldato è insospettito. Risolve la scena tesa Tseren (con l’Omen bianco: Fedeltà) che irrompe chiedendo insistentemente al soldato di risalire sul treno che intanto ha fischiato per l’imminente partenza. Il soldato al secondo avvertimento risale con un’imprecazione in cinese.
Khimiin è pronto, libero di agire, e scrivendo il nome del vagone sul binario lo crea dal nulla. In un attimo un quinto vagone, identico a quello precedente in tutto e per tutto (due pietre bianche al Bivio), compare in coda al treno. L’audace azione è tuttavia costata un Marchio a Khimiin, che ha abbracciato la sua Rovina per riuscire nell’impresa. Una riga di Stardust offerta da Admiral prima dell’azione lo ha reso più affine al suo spirito, o almeno questo è il pensiero che si è insinuato nella sua mente, con la paura di non essere così speciale e diverso dagli altri. E l’omologazione è il suo incubo.
E’ soltanto la Stardust a renderlo speciale?

BJG1375 Pechino – Mosca, oltre Khongor, notte
Geryurt, con la collaborazione dello spirito che gli sussurra informazioni (due pietre bianche al Bivio), scopre che in tutto il treno ci sono un totale di dieci persone. Due sono nella locomotiva, probabilmente i macchinisti, mentre gli altri sono soldati cinesi. Nel vagone centrale si trovano ben quattro soldati, e il fatto che in quel vagone ci sia la cassa più grande del treno, fa pensare che la parte interessante del carico sia proprio là. Una coppia di soldati anche nel vagone precedente e in quello successivo.
Nell’ultimo (tra i vagoni veri) sembra non esserci nessuno, soltanto casse di dimensioni varie a riempire lo spazio, nessuna luce accesa là a differenza degli altri in cui, seppur flebile, una fonte di illuminazione sussiste.
Il gruppo decide di spostarsi in quel vagone e una volta là Khimiin fa svanire nel nulla quello creato alla stazione. Intanto Admiral sta aprendo alcune casse, scoprendo che contengono materiale elettronico o informatico indecifrabile ai loro occhi.
Il treno nel frattempo fischia, decelera di botto e sferraglia, il macchinista si è accorto che decine di metri avanti il tratto di ferrovia è impraticabile. Diversi soldati scendono, mitra alla mano e ben allertati.
Gant li tiene sotto tiro, non visto. Due calcoli e il gruppo decide di trovare il modo di arrivare al vagone centrale, che in questo momento è sorvegliato soltanto da un soldato. Gli altri tre sono scesi.
Admiral entra in contatto con il suo spirito guida (due pietre bianche al Bivio) che le spiega passo passo come procedere per arrivare, uscendo allo scoperto, al vagone senza essere vista dal pattugliamento.
Tutti gli altri la seguono, fino a giungere sul lato del vagone centrale senza essere notati. Hanno poco tempo per agire però.
L’idea è che Gichii instilli una curiosità estrema nel soldato mentre Khimiin la supporterà creando un’illusione sonora che proviene dal vagone più avanti o addirittura dalla locomotiva, così che ci sia un’esca per la sua curiosità.
Purtroppo però il momento tanto temuto da Gichii arriva: forse per una distrazione, per la tensione, ora che sono davanti all’obiettivo, gli spiriti prendono il sopravvento. Gichii abbraccia la sua Rovina per riuscire in questa prova dando tutto il potere, il controllo, agli spiriti.
Ma non basta nemmeno questo per riuscire a canalizzare l’influenza degli spiriti sul soldato (due pietre nere al Bivio). La sua instabilità emotiva raggiunge il culmine causandole un black out momentaneo, cade a terra svenuta e in preda a tremito.
Esce da questa scena con un Marchio (instabilità emotiva) e con una Cicatrice: capiterà che Gichii perda controllo sul suo potere e che questo influenzi anche i compagni di missione con emozioni non desiderate.
Gli altri adesso hanno poco tempo per agire, con un altro piano, e nel frattempo per prendersi cura di Gichii svenuta.

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